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Salendo lungo una vecchia mattonata ripida che conduce al piccolo cimitero di Apparizione, Luigi Martines scopre il cadavere di una donna.
E’ giovane, nuda e il suo corpo mostra tracce di un atroce atto di cannibalismo.
Un delitto disumano, che metterà due uomini diversi e diffidenti uno di fronte all’altro nella ricerca di una stessa risposta: chi è Luigi Martines?
Un poeta che non scrive più, un alcolista, malato e frequentatore di cimiteri, un emarginato che non ha ricordi oppure un assassino astuto e privo di coscienza?
Questo è quello su cui il commissario Vassallo dovrà far luce, trovandosi nel frattempo a scontrarsi con la malavita albanese e il suo traffico della prostituzione, l’ingerenza ottusa dei suoi superiori ed emozioni scomode e inattese.
Intanto Martines, dilaniato dai dubbi e dagli incubi, vede in gioco la sua vita ora dopo ora, costretto alla fuga nel ventre labirintico della sua città, nella periferia degradata, negli imponenti cimiteri monumentali e in quelli remoti di collina, perseguitato da nemici invisibili e roso dalla paura, anche di se stesso.
Una partita dove la verità si traveste e sfugge come l’aria di mare tra i “caruggi” e nessuno è davvero quello che crede di essere.
“L’hanno divorata, a morsi.”
Lo dissi così, con una calma che non avevo e che stupì me per primo.
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